Ambiente, Ispra conferma inquinamento non prodotto da stella ma da industrie. Colpire Nazioni con modelli sbagliati

Ambiente, Ispra conferma inquinamento non prodotto da stella ma da industrie. Colpire Nazioni con modelli sbagliati

 

“Quello che abbiamo sempre sostenuto ora è messo nero su bianco anche dall’Istituto Superiore per la Protezione e la Ricerca Ambientale – ISPRA: non sono gli allevamenti italiani il problema delle emissioni di gas, ma il traffico e la produzione industriale. Invece che colpire i virtuosi allevatori italiani, si colpiscano quelle nazioni che adottano metodi intensivi decisamente inquinanti”.

Lo dichiara il senatore e responsabile nazionale del Dipartimento Agricoltura di Fratelli d’Italia, Luca De Carlo, commentando i dati diffusi dall’ente di ricerca nazionale in merito alle emissioni di gas serra a livello nazionale, che nel 2020 ha visto un calo di quasi il 10 per cento.

“Potremmo chiamarlo effetto-Covid: questo calo è infatti dovuto soprattutto alle chiusure e al lockdown che hanno segnato lo scorso anno. Mentre le fabbriche e le scuole venivano chiuse, con relativo stop o calo di utilizzo per i mezzi di trasporto, gli allevamenti hanno continuato la loro attività, evidenzia De Carlo. Sono poi gli stessi dati dell’ISPRA a confermare questa analisi: l’agricoltura “pesa” sulle emissioni appena il 7 per cento, mentre l’industria il 44,7 per cento e i trasporti il 24,5 per cento”.

De Carlo ribadisce quindi la sua difesa degli allevatori italiani: “Offrono prodotti di altissima qualità con un modello produttivo sempre più green. Questo però accade in Italia e in molte nazioni europee: ci sono però realtà nel mondo – penso alla Cina, all’India o agli Stati Uniti – dove il modello predominante è quello intensivo, ed in quel caso la produzione di emissioni è certamente più rilevante. Ecco perché non bisogna continuare a penalizzare i nostri produttori, che sono già impegnati nella massima ricerca della tutela ambientale, ed intervenire invece a livello internazionale per portare la produzione di questi paesi a modelli più sostenibili”.

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