«Aula esautorata: non conta niente. Impossibile discutere la finanziaria e con il Pnrr si ripete lo stesso copione»

«Aula esautorata: non conta niente. Impossibile discutere la finanziaria e con il Pnrr si ripete lo stesso copione»

Se finora si è detto che il Parlamento, sui provvedimenti più importanti, non tocca più palla, ormai sembra che la palla non riescano nemmeno più a vederla, dalle parti di Palazzo Madama e Montecitorio. Una delegittimazione che sta toccando il culmine in Senato, dove a pochissimi giorni dalla scadenza prevista dalla legge non è stata ancora approvata in Aula la manovra ed è già è stato paracadutato un Pnrr blindatissimo, pur essendo il provvedimento più importante della recente storia d’Italia. A far presente l’anomalia della situazione è stato il presidente dei senatori di Fdi, Luca Ciriani.

Presidente, ci fa capire come il governo vi sta facendo approvare la manovra?

«Siamo arrivati in commissione alle 23 ai lunedì sera e siamo stati costretti ad approvarla manovra con una maratona notturna che è durata fino alle 16 del giorno successivo. I parlamentari hanno potuto modificare poco o nulla, il grosso è stato impegnato in una serie di emendamenti “puntuali”, più volgarmente detti “marchette”, alcuni dei quali – non sto scherzando hanno stanziato cifre tipo 7.000 euro. In questo caso si è superato ogni limite, con l’assalto alla diligenza, ed è per questo che ho protestato sia nella riunione dei capigruppo sia in Aula. Siamo al punto più basso della storia del Senato, che viene esautorato e compensato con quattro regalini, pochi spiccioli che umiliano parlamentari sempre più frustrati. Siamo ormai al ridicolo, con emendamenti che non sarebbero paragonabili nemmeno all’ordinanza di un piccolo Comune. C’è un parlamentare che ha fatto una norma per assumere due persone al suo Comune».

E adesso vi è arrivato anche il Pnrr, giusto?

«Esatto, a completare una deriva che sembra non interessare più a nessuno. Sembra che ormai sia scontato che il Parlamento non conti assolutamente nulla. Noi rivendichiamo il nostro ruolo di opposizione e il diritto-dovere di guardare le carte, di leggere e di migliorare quello che propone il governo. Ormai non siamo più nelle condizioni di poter proporre un emendamento. Dicevamo del decreto sul Pnrr, vitale per l’Italia: è arrivato ieri, calendarizzato in commissione nel pomeriggio, con al massimo due ore di tempo per leggerlo. Della serie “non guardatelo neanche”, perché noi ormai siamo dei passacarte del governo. Non c’è nemmeno il tempo materiale per leggerlo, dopo una maratona di 48 ore sulla manovra. Significa abdicare al ruolo del Parlamento. Se questo sta bene alla maggioranza…».

Fino a un po’ di tempo fa, dal Colle arrivavano dei segnali di insofferenza o quantomeno di censura per questo andazzo. Ora nemmeno più quello…

«Questo perché il tema dell’emergenza Covid e stato usato politicamente, perché in realtà non esiste un’emergenza giuridica per giustificare questo modo di agire. L’emergenza Covid è il paravento dietro al quale si giustificano questi annullamenti del ruolo del Parlamento. Dobbiamo assolutamente uscire da questa fase di emergenza, con un nuovo presidente della Repubblica, con nuove elezioni, ridare la parola ai cittadini, far ripartire la politica, e farla ripartire anche dal Parlamento. Con l’utilizzo strumentale dell’emergenza Covid siamo arrivati a un governo che decide per tutti e impedisce al Parlamento di verificare. Spero che l’elezione del nuovo presidente sancisca la fine di questa stagione dell’emergenza che giustifica ogni cosa, che è partita dai dpcm di Giuseppe Conte ed è proseguita con un crescendo di delegittimazione del Parlamento».

(intervista a La Verità di Mauro Bazzucchi)

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