CORONAVIRUS, ZAFFINI: EMERGENZA SANITARIA CI IMPONE UNITA

CORONAVIRUS, ZAFFINI: EMERGENZA SANITARIA CI IMPONE UNITA’ E CONDIVISIONE. SU ECONOMIA FDI HA PROPOSTE CHIARE ED EFFICACI

L’emergenza coronavirus ha relegato L’Italia in una posizione difficile, non solo dal punto di vista sanitario. Come si è posta Fratelli d’Italia in questo contesto?

L’emergenza nazionale ci impone di condividere, anche se tutt’altro che convinti, le misure di ordine sanitario proposte dal governo. Diversa cosa sarà per le proposte di natura economica rispetto alle quali si dovrà dispiegare il normale rapporto maggioranza opposizione.

Il governo si appresta a varare il decreto per fronteggiare le difficoltà economiche che il coronavirus sta provocando. Quali sono in merito le proposte avanzate da FdI?

Le nostre proposte si dividono in due blocchi, uno sulla tenuta del sistema sanitario e l’altro sulla tenuta del sistema economico e produttivo. Per quanto riguarda il primo, l’espansione dell’epidemia potrebbe mettere a repentaglio la tenuta del Sistema sanitario, per questo Fratelli d’Italia considera indispensabile la predisposizione di un piano credibile per la tempestiva attivazione, qualora necessario, di nuovi presidi sanitari e ospedalieri temporanei, avvalendosi in modo straordinario di ulteriore personale medico e sanitario e del supporto, ove necessario, dell’Esercito, della Protezione Civile e della Croce Rossa. E’ inoltre necessario contenere il contagio con l’igienizzazione quotidiana di scuole e mezzi del trasporto pubblico. Per quanto riguarda le misure di natura economica, riteniamo necessari interventi da parte dell’Unione Europea ed esattamente un imponente piano per il rilancio degli investimenti pubblici in tutti gli Stati europei, tramite risorse proprie o tramite il finanziamento della Banca Centrale Europea, lo scorporo delle spese per investimenti e per fronteggiare l’emergenza Coronavirus dal calcolo del rapporto deficit/Pil consentito, la possibilità per gli Stati membri di utilizzare i Fondi europei non ancora spesi, relativi al settennato 2014-2020, all’emergenza Coronavirus senza necessità di cofinanziamento pubblico e l’intervento della BCE con un nuovo “Bazooka” anti coronavirus anche per finanziare la sospensione dei mutui a famiglie e imprese.

E a livello nazionale a quali misure avete pensato?

Prima di tutto al pagamento dei debiti della pubblica amministrazione anche in deficit. Occorre liberare subito le imprese dalla morsa del fisco e della burocrazia: togliere ogni tetto al denaro contante, sospendere l’obbligo di fattura elettronica, abolire gli ISA, estendere la Cassa Integrazione a tutte le aziende colpite, a prescindere dalla dimensione e dal numero di dipendenti, in particolare nel settore turismo e ricettivo, sospendere e ridurre le tasse in tutta Italia, nonché sospendere mutui e prestiti per aziende in difficoltà e per chi perde il lavoro. Infine è necessario azzerare gli sbarchi fantasma e gli ingressi di immigrati illegali via mare e via terra dal confine orientale per ragioni sanitarie e per non distogliere importanti risorse umane ed economiche in questa fase di emergenza.

Lei è parlamentare componente della commissione Sanità al Senato. Dal suo osservatorio quali deduzioni ha potuto fare rispetto all’allarmismo che si è creato in questo periodo?

L’allarmismo è dovuto alla carente e a volte colpevole comunicazione messa in atto dal governo. I cittadini sono giustamente disorientati, si alternano sentimenti di eccessivo allarme a quelli di superficiale sottovalutazione. Anche la politica, confondendo considerazioni sanitarie con quelle di natura economica, finanziaria e fiscale, sta facendo la sua parte di confusione.

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