Edilizia, da governo assurde limitazioni a cessione crediti

Edilizia, da governo assurde limitazioni a cessione crediti

“Un altro grido di dolore questa volta dal mondo delle professioni, da parte della Rete professioni tecniche, sul tema dei bonus edilizi e della cessione dei crediti d’imposta. Le assurde misure previste dal governo nell’anno in corso con le insensate limitazioni alla cessione dei crediti hanno gettato nel panico e nell’immobilita’ un intero settore, quello dell’edilizia, oltre a creare gravi conseguenze finanziarie per quei cittadini che, fidandosi dello Stato, avevano intrapreso lavori di ristrutturazione ed ora si trovano nella impossibilita’ di cedere i crediti di imposta”. Lo dichiara il senatore di Fratelli d’Italia, Andrea de Bertoldi, segretario della Commissione Finanze e Tesoro. “Adesso pero’ – prosegue – ad essere colpiti ulteriormente sono pure i professionisti per i quali sono state peraltro inasprite inopinatamente le sanzioni, anche penali, per semplici errori, magari dovuti alla incertezza, alla complessita’ e alla continua mutevolezza della normativa. Gli stessi professionisti ora non vengono neppure piu’ pagati dai clienti, in conseguenza dell’impossibilita’ di questi di alienare alle banche i propri crediti di imposta. Insomma, un cortocircuito che sta paralizzando non solo la filiera edilizia ed i professionisti, cioe’ coloro che garantiscono attraverso il visto di conformita’ e le proprie assicurazioni professionali le singole operazioni, ma trasversalmente tutti i cittadini italiani. Fratelli d’Italia aveva previsto, gia’ nel mese di gennaio, le conseguenze che avrebbero determinato i provvedimenti insensati del governo, ed ha visto regolarmente bocciati dalla maggioranza gli emendamenti che tendevano a limitarne le conseguenze. Ora li riproponiamo nel dl Ucraina, presentati nel corso di una conferenza stampa la scorsa settimana, e ci aspettiamo un atto di responsabilita’ per non aggravare ulteriormente la precaria condizione economica del Paese. Sottolineiamo, inoltre – conclude de Bertoldi – che le conseguenze citate non sono neppure state considerate nel Def dal governo, e che quindi le stime di crescita del 2022 devono ritenersi assolutamente inadeguate, e la previsione di crescita assolutamente ridimensionata rispetto ai valori esposti”.

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