Operai licenziati e brigatisti col reddito di cittadinanza

Operai licenziati e brigatisti col reddito di cittadinanza

 

Gli operai delle aziende in crisi a casa, i brigatisti col reddito di cittadinanza

“Gli operai licenziati e la brigatista assassina (all’anagrafe Federica Saraceni) a casa con il reddito di cittadinanza finanziato dalle tasse pagate dagli italiani perbene”.

La denuncia di FdI in Senato: 1000 persone assunte all’Inps per 50 mln all’anno

E’ il capogruppo Luca Ciriani ad aver sintetizzato così in Aula durante l’esame del decreto legge ‘crisi aziendali’, che la maggioranza  grazie al voto di fiducia ha approvato. Un decreto in cui è contenuto, peraltro, un articolo che prevede l’assunzione di 1000 persone all’Inps con un costo di 50 milioni di euro all’anno. Che cosa c’entri, poi, il reddito di cittadinanza con le crisi d’azienda qualcuno della maggioranza rossogiallo dovrà spiegarcelo.

Pd e M5S hanno impedito di discutere emendamenti

Fin dall’esame in Commissione la maggioranza ha impedito la discussione sul pacchetto di emendamenti presentato da FdI, dichiarandoli inammissibili. Emendamenti che volevano correggere quello che da tempo FdI denuncia e cioè che del reddito di cittadinanza ne beneficeranno malviventi, stupratori, brigatisti, assassini.

L’impegno tradito del ministro del Lavoro

E dire che il ministro Catalfo aveva assicurato che sulla questione del reddito di cittadinanza dato ai brigatisti, in particolare a Federica Saraceni, sarebbe intervenuta: “Conclusa questa seduta di sindacato ispettivo, tornerò al ministero del Lavoro per coordinare, di concerto con il ministero della Giustizia e l’Inps, l’apposito tavolo tecnico per garantire una pronta risposta, anche normativa, per questa vicenda e per tutti quei casi analoghi che potrebbero verificarsi, sia pure nel doveroso rispetto della cornice costituzionale”.

Il governo ha scelto la strada della furbizia. Di non fare nulla

Invece il governo Conte bis ha scelto la strada della furbizia e di non fare nulla. Assumendosi così una grande responsabilità, quella di lasciare a casa molti operai, perché perderanno il loro posto di lavoro, ma di sostenere i delinquenti grazie al reddito di cittadinanza.

La Guardia di Finanza conferma le irregolarità

Se a ciò si aggiunge che da controlli a campione della Guardia di Finanza risulta che una quota altissima di persone che percepiscono il Rdc non sono in regola, che almeno 1 persona su 3 non ne avrebbe diritto e che molti dei beneficiari disertano le procedure previste per la firma dei contratti e dell’accesso al lavoro, va da sé che è un provvedimento farsa, portato avanti da un governo che dice di volerlo migliorare e rendere più giusto, ma che nei fatti non ha fatto nulla a riguardo.

Le proposte – non ammesse – di Fratelli d’Italia

Per comprendere quanto sarebbe stato risolutivo l’intervento di Fratelli d’Italia su questo tema, basta leggere quello che da tempo proponiamo:

Lo Stato deve aiutare chi non è in grado di lavorare per ragioni obiettive, e quindi bambini, invalidi e anziani. Un “reddito d’infanzia” di 300 euro al mese per ogni figlio a carico per le famiglie povere.  E poi:

  • Il raddoppio della pensione d’invalidità
  • Alzare le pensioni minime e anticipare a 60 anni il percepimento della “pensione sociale” per chi è privo di reddito.
  • Misure a sostegno delle famiglie e della natalità : a) Introduzione del quoziente familiare; b) Asili nidi gratuiti; c) fondo di garanzia per l’acquisto della prima casa da parte delle giovani coppie.

Per tutti gli altri lo Stato deve pensare a creare lavoro, non a pagare sussidi.

E ancora:

  • No al reddito di cittadinanza che favorirà lavoro nero, immigrati, nomadi, evasori e perfino delinquenti pluricondannati. Sì al lavoro di cittadinanza per aiutare imprese che assumono e chi lavora in proprio. Per FDI tutte le risorse dovrebbero andare al lavoro di cittadinanza, ampliando e migliorando quanto abbozzato nell’articolo 8 del provvedimento – che è l’unico che nella teoria apprezziamo – investendo tutto nelle imprese e nell’autoimprenditorialità. 3000 o 4680 euro per l’autoimprenditorialità sono una presa in giro. Gli sgravi contributivi per le aziende che assumono sono insufficienti: importo massimo teorico 9.300 €; importo probabile: 1670 €; importo minimo: poche centinaia di euro.
  • Il “lavoro di cittadinanza” invece del reddito di cittadinanza. Decontribuzione contributiva di 20.000 € all’azienda che assume chi ha le caratteristiche previste per il RdC. Contributo di 10.000 € per chi ha le caratteristiche previste per il RdC e avvia una attività in proprio.
  • Idonei di concorso: assunti al posto dei Navigator;
  • Delinquenti esclusione dal percepimento del RDC dei condannati per pene superiori a due anni. In particolare l’emendamento “Spazzarom” per impedire che riceva il RDC “chi è stato condannato per ‘impiego di minori nell’accattonaggio’”
  • Beneficio solo per gli italiani;
  • No all’obbligo dei due anni di residenza per gli italiani che tornano dall’estero;
  • Prima va sottoscritto il patto di lavoro e dopo si può ricevere il RDC (e non il contrario come oggi);
  • Bisogna accettare la prima proposta che arriva. Altrimenti si perde il contributo;
  • Viene abolito il termine “congruo”: ogni proposta di lavoro lo è;
  • Se si rifiutano le offerte ricevute è necessario restituire il RDC percepito e non si potrà più presentare la richiesta;
  • Obbligo di 20 ore – al posto delle 8 previste attualmente – di lavori sociali;
  • Decontribuzione per le aziende che assumono anche a Tempo Determinato o Part time.
  • Rivedere i criteri di calcolo del RDC che penalizzano le famiglie numerose.

 

 

 

 

 

 

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