La guerra dei dazi rischia di colpire i prodotti italiani. FDI accusa il governo di immobilismo

La guerra dei dazi rischia di colpire i prodotti italiani. FDI accusa il governo di immobilismo

La guerra dei dazi americani rischia di coinvolgere l’Europa, e quindi anche l’Italia. Prospettiva ancor più concreta dopo l’accordo tra Usa e Cina del gennaio scorso, secondo cui oltre il 30 per cento del fabbisogno cinese sarà coperto con le maggiori importazioni agroalimentari dagli Stati Uniti. Motivo per cui i Paesi dell’UE dovranno rivolgersi ad altri mercati per esportare.

Una situazione che ha radici profonde, come spiega Giorgia Meloni, leader di Fratelli d’Italia: “La ragione per la quale gli Stati Uniti possono applicare 7 miliardi di dazi all’Europa, è perché esiste un antico contenzioso che va avanti da 15 anni – da quando era presidente Obama – con il quale gli Stati Uniti si sono rivolti alla WTO, ritenendo di dover essere risarciti perché l’Unione Europea aveva dato aiuti illegittimi ad AIRBUS (un consorzio franco tedesco). Quindi noi italiani rischiamo di pagare dazi anche sull’agroalimentare, a norma del WTO che li ha autorizzati, perché l’Europa a trazione franco-tedesca ha indebitamente aiutato un consorzio (sempre franco tedesco, ovviamente!). Alla luce di ciò, mi sembra di poter dire che il problema per l’Italia e per l’Europa non siano i sovranisti alla Trump ma quelli alla Merkel e Macron, perché il vero sovranismo che sta facendo danni in Europa è quello di Francia e Germania”.

Denuncia condivisa anche dal presidente di Confagricoltura Massimiliano Giansanti, secondo il quale “se i nuovi dazi venissero applicati ai nostri prodotti, compresi quelli a indicazione geografica protetta, rischieremmo una perdita di posizioni sul mercato statunitense, con pesanti danni economici per le filiere produttive interessate, a cui si sommerebbe la perdita di un numero rilevante di posti di lavoro”.

D’altronde il senatore di Fratelli d’Italia, Patrizio La Pietra, membro della Commissione Agricoltura e da sempre particolarmente attento alla tutela del Made in Italy, da tempo aveva allertato il governo riguardo l’accordo tra Usa e Cina, auspicando l’intervento del presidente Conte affinchè si attivasse per trattare l’annullamento dei dazi agli Stati Uniti in maniera bilaterale, lasciando così a Francia e Germania le conseguenze delle loro decisioni. “Sarebbero giuste misure per evitare l’ennesimo episodio in cui l’Europa rappresenti l’ambito in cui si ‘socializzano’ le perdite, mentre Francia e Germania ‘privatizzano’ i profitti”.

Un auspicio però, rimasto inascoltato e che non fa presagire nulla di buono soprattutto dopo l’accordo sino-americano, che anzi per La Pietra potrebbe avere ripercussioni sul nostro comparto agroalimentare, in particolare “sulle nostre produzioni di eccellenza”.  Per questo “occorre una presa di posizione forte da parte del governo italiano, che non può seguire passivamente un’Europa che ha sicuramente altri interessi; di certo non quelli di sostenere i prodotti italiani. E’ necessario trattare bilateralmente con gli Usa, che rappresentano il mercato più importante per il nostro agroalimentare, senza essere più supini ad un’Europa e ad un governo che non sono in grado di tutelare i nostri interessi nazionali”.

Finora però, tranne qualche timida rassicurazione da parte del ministro Di Maio, del tipo “non faremo sconti nel difendere le imprese italiane con tutte le nostre forze”, e di Conte “faremo di tutto per limitare i danni, anche all’interno della Ue”, nessuna azione concreta. Nessuna trattativa è stata messa in campo per scongiurare contraccolpi al nostro sistema produttivo, con lo spettro di una stangata sempre più dietro l’angolo.

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