Un altro passo verso il giustizialismo grillino. Con l’ok al dl Intercettazioni più controllo per tutti: arriva il Grande Fratello giudiziario

E’ ufficiale, il Parlamento italiano ha dato il via libera a quello che potremmo definire il ‘Grande Fratello giudiziario’.

Con il voto della Camera alla fiducia al dl Intercettazioni, infatti, entrano in vigore una serie di nuove misure che muteranno il nostro attuale ordinamento giudiziario, passando dal principio che il cittadino è innocente fino a prova contraria, a quello per cui il cittadino è sempre colpevole fino a prova contraria.

Tra gli aspetti più criticati dalle opposizioni al governo e da Fratelli d’Italia, in particolare, c’è l’estensione dell’utilizzo del virus informatico ‘trojan’, un programma che installato su dispositivi informatici (PC, telefonini, tablet, laptop, etc..), all’insaputa del proprietario, permette di prenderne il controllo da remoto.

La nuova norma, infatti, prevede limiti molto meno rigidi rispetto a quelli previsti dalla legge Orlando del 2017, che già ne consentiva un limitato ricorso per fini investigativi penali.  Tra questi:  l’estensione dell’utilizzo del ‘trojan’ ai reati puniti con pene sopra i 5 anni commessi non solo da pubblici ufficiali ma anche da incaricati di pubblico servizio;  più spazio ai Pubblici Ministeri nella scelta delle intercettazioni rilevanti (invece che alla Polizia giudiziaria);  possibilità per gli avvocati di avere accesso a tutto il materiale di intercettazione depositato – senza i limiti che invece stabiliva la riforma Orlando- anche trascrivendolo e registrandolo su altro supporto.

Ma c’è un punto sul quale Fratelli d’Italia è particolarmente critica, un aspetto rimasto in ombra e che è strettamente legato all’utilizzo del virus: la certificazione delle attività svolte dalle non meglio qualificate ‘società specializzate’ esterne. Infatti, saranno queste società esterne ad installare i “trojan”  per conto della magistratura. Ed avendo il controllo totale di telefonini e computer, queste potrebbero facilmente manipolarne i dati e svolgere attività non consentite, data anche la mancanza di tracciabilità dell’attività svolta e quindi senza alcuna garanzia a riguardo. Un’esternalizzazione di indagini che non risulta assolutamente in linea con le garanzie che le istituzioni dovrebbero assicurare ai cittadini in uno ‘stato di diritto’.

Motivo per cui la senatrice Santanché senza usare mezzi termini ha detto che “questo decreto legge sulle intercettazioni è il ‘coronavirus’ della giustizia”. Per poi spiegare: “La maggioranza attraverso un utilizzo indiscriminato del ‘trojan’ ha deciso di cambiare quelli che sono i diritti fondamentali delle persone. Ma non tanto per gli assassini, i terroristi e i delinquenti, ma per le persone comuni, che magari per una semplice delazione, per un’ipotesi, per un sospetto di reato amministrativo, si troverebbero e si troveranno la loro vita sbattuta in prima pagina. Pd e M5S stanno mettendo in piedi una gogna moderna. Sono cambiati gli strumenti, ma la gogna rimane. Con questo provvedimento i cittadini si troveranno così gettati in una sorta di grande fratello senza diritti e tutele per la loro privacy”.

Un altro tassello che ci dirige verso un giustizialismo tutto grillino stavolta, però, avallato anche dalle altre confuse forze della maggioranza rossogialla.

 

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