Libia. Urso: governo ha gravissime responsabilità. Venga in Parlamento

Libia. Urso: governo ha gravissime responsabilità. Venga in Parlamento

Senatore Urso, il 2020 sembra essersi aperto sotto cattivi auspici: da un lato, l’Iran con la morte per mano statunitense del generale Qasem Soleimani e, dall’altro, la Libia con la ripresa delle ostilità tra il generale Haftar e Al Serraj con l’intervento turco. Che idea si è fatto di quanto sta accadendo?

“Il rischio per l’Italia è enorme: le due aree di nostro prioritario interesse sono diventate una polveriera. Siamo il Paese che rischia di più. Sono minacciate le nostre rotte di approvvigionamento energetico, rischiamo sul fronte della immigrazione e del terrorismo, perdiamo mercati in cui eravamo i primi partner, è in gioco il ruolo del nostro Paese e le sue prospettive future. In più: abbiamo migliaia di militari proprio in quelle aeree: a Misurata in Libia, in Iraq, in Afganistan e soprattutto in Libano. Siamo il Paese più esposto, dobbiamo esserne consapevoli e agire di conseguenza. Tre devono essere le nostre coordinate: tutelare i nostri militari nelle Regioni, preservare i nostri interessi nazionali, coordinare la nostra azione all’interno dell’Alleanza Atlantica e nel quadro degli impegni internazionali assunti”.

Secondo lei, l’intervento degli Usa è legato a ragioni di politica internazionale, leggasi energia atomica e risorse energetiche, oppure alle elezioni presidenziali del novembre 2020?

“Non posso giudicare cosa abbia spinto Trump ad eliminare il generale Soleimani. Non ho tutti gli elementi per farlo. Penso davvero che abbia reagito di istinto quando ha visto la sua ambasciata a Teheran sotto assedio. Il richiamo a quanto accade a Teheran, ai 52 ostaggi americani, non credo sia causale”.

Riguardo la Libia, come giudica l’intervento della Turchia di Erdogan? E quali conseguenze potrebbe avere?

“La Turchia si dimostra il nostro peggiore nemico. Agisce per tagliare le nostre fonti energetiche: da Cipro alla Libia, e per spazzarci via dal Mediterraneo Orientale. dobbiamo reagire subito!”.

In entrambi gli scenari l’Ue sta dimostrando i suoi limiti e la sua impreparazione. Specie in Libia. Eppure la presenza di un Alto rappresentante per la politica estera dovrebbe garantire compattezza e dare un senso di unitarietà all’azione politica…

“L’Ue non ha una propria politica estera e di difesa. Emerge in tutta evidenza proprio ora nei due scenari in cui avrebbe dovuto e potuto svolgere un ruolo decisivo. In Libia è stata la Francia a fare da apprendista stregone ed ora a contendersi il Paese non sono più le potenze europee ma le Nazioni Sunnite in una guerra civile per procura. Nel Golfo Persico, si rischia una lunga e devastante guerra che taglierà le fonti energetiche dell’Europa. Se nemmeno di fronte a queste minacce, l’UE trova la forza di reagire è davvero finita”.

Guardiamo all’Italia: il governo sembra arrivare impreparato e senza una linea chiara di politica estera. Sull’Iran oltre ad appellarsi all’Ue una presa di posizione precisa ancora non c’è stata; mentre riguardo la Libia la missione Ue targata Di Maio sembra essere naufragata. E proprio Di Maio è sotto attacco, simbolo dell’incapacità dell’Italia di tutelare i propri interessi. Qual è la sua opinione?

“Il governo ha gravissime responsabilità e tanto più il precedente: potremmo dire in questi anni grillini ‘solo chiacchiere e distintivi’. Ma essendo la situazione davvero grave, dobbiamo tutti dimostrare un grande senso di responsabilità. È il momento di agire, se possibile in modo coeso, non di processare chi ha sbagliato. Da parte nostra siamo disponibili a dare il nostro massimo sostegno all’azione che il Paese dovrà intraprendere per evitare di essere spazzato via dai teatri di maggiore interesse nazionale. Siamo consapevoli che è in gioco il destino della Nazione non solo di questo governo. E quando è in gioco il destino della Nazione noi ci saremo sempre. Il governo venga in Parlamento a definire postura e campo di azione e poi agisca di conseguenza”.

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